SEED

Semema

In semantica e precisamente nell’analisi semica, il semema è l’insieme di semi (unità minime di significato) che corrisponde a ciascun differente significato di un lessema. Come tale, esso rappresenta un’unità del piano del contenuto e ha per corrispondente formale il lessema.

“Noi siamo sempre e soltanto divenire”.(aprile/dicembre 2022)

0.1) Seminare culture

Inseguire con intransigenza nuovi spessori di significato, quelle metodologie che inquietano e spiriti che ci interrogano, senza alcuna presunzione, senza accomodamenti utilitaristici. Guardare gli argomenti che modificano i paradigmi con la leggerezza di ogni forma di talento, cambiare strada per trovare un tragitto faticoso ma luminoso, non attendere, non spaventarsi, irrorarsi di nuovi scopi e di possibili grandezze.

0.2) Seminare bellezza.

E’ il lavoro più prezioso che esista, è una specie di ansia di travalicare i limiti che ci eravamo prefissati, godere nello splendore di tutti i sensi attraverso la magnificenza dell’armonia estetica, anche per combattere la violenza, per educare al piacere, per sostenere la nostra arcaica necessità di grazia e per salvare quelle passioni e quelle pulsioni che ci costringono allo stupore della meraviglia

0.3) Seminare amore.

Sempre. Condensare e comprimere la più alta forma di nutrimento, combattere fisicamente e farne una missione esistenziale, corrompere le menti meno dotate allo spirito, colonizzare de-potenziandolo, il male in ogni sua manifestazione, aggredire l’egoismo creativo e disvelare l’alba dei nostri desideri per poterli inseguire fino alla fine del tempo, oltre la scomparsa del mondo.

0.4) Seminare condivisione.

Insieme per produrre “dialettiche imprevedibili”, per ibridarsi nelle discipline più diverse, lontani da una rigida costellazione di autonomie semantiche, con-dividere le nostre profonde diversità, e auspicare sinergie emotive, creative, applicative. Attraversare le nostre peculiarità per raggiungere la riva che annulla “l’Io” che ci ha divisi, verso un “Tutti” capace di rappresentarci.

0.5) Seminare progetti.

Mentali, teorici, fisici, memorabili, semplici o complessi, flessibili, autonomi, classici e futuribili, neo-artigianali, far emergere i getti misteriosi dal sottosuolo della creazione, portarli verso la conoscenza diffusa, come rabdomanti dobbiamo cercare e cercare e cercare, per capire sempre di più questa dinamica incoercibile del fare, questa musica che ci accompagna, e ci inebria ogni volta che cambia i destini e le forme del mondo.

0.6) Seminare linguaggi.

La lingua ci contamina, e si contamina attraverso le nostre elaborazioni, siamo noi che portiamo acque azzurre all’oceano dei linguaggi, che nelle diversità si miscelano in un magma indifferenziato, ma identitario, raccolgo i frutti della passione fonetica, li spingo altrove, attendo che le metamorfosi mi restituiscano il risultato della contaminazione. Mi parlo dentro per esprimermi fuori, per condividere alterazioni che non riconosco ma che nascono anche da me, fonemi e sememi che viaggiano nello spazio, senza preoccuparsi dei significati.

0.7) Seminare attenzione.

Quella cura del mondo artificiale e naturale che un po’ ci manca, una nuova volontà di capire, di essere vigili rispetto alle scorrettezze che ogni disciplina nasconde, per guardare in modo diverso a quanto accade intorno e dentro di noi, per capire meglio e per farsi capire, usare occhi e anima con maggiore intensità per carpire l’essenza di quello che possiamo dare e quanto potremmo ricevere dall’”altro”.

0.8) Seminare tenerezza.

Non sembra un sentimento dei nostri tempi e non contamina lo zeitgeist, ma attraversa luminoso ogni azione alta , ogni principio base delle esperienze morali, per l’arte e per la scienza, dunque per la Tecnica che non è così fredda come sembra, anzi ha bisogno di salvaguardare il bambino che crea, e di conservare quel luminoso bagliore che è dentro ogni “invenzione culturale ”,capace di nutrire il cammino dell’uomo verso altre resurrezioni semantiche.

0.9) Seminare tolleranza.

Mai come ora, e per sempre abbiamo l’obbligo di capire, di sentire, di imparare e di riconoscere il principio dell’eguaglianza tra identità creatrici, politiche, sociologiche e di genere. Noi siamo uno, noi siamo tutto, teniamo l’orecchio perennemente in ascolto e l’occhio proteso verso l’ inconoscibile, lo sconosciuto e lo spirito troverà pace e Pace, capirà quello che già era nascosto dentro di noi e dentro di voi.

10) Seminare sperimentazione.

Andare verso l’ignoto è una condizione naturale dell’umanità che in ogni sua disciplina crede e deve sperimentare, cambiando regole, aggettivazioni, linguaggi, forme, spazi, e oggetti, è una condizione che ci rende diversi nel regno animale, ma le epoche hanno condizionato le volontà di “indisciplina” in un continuo “rappel á l’ordre”, tra una rivoluzione e l’altra. Ora le condizioni al contorno sono favorevoli e terribili per farci ritrovare quell’ossessione così umana e così imprevedibile che, sotto la retorica diffusa, continuava a resistere.

11) Seminare gentilezza.

Una parola per il tutto, è un’attitudine con cui possiamo ricominciare a scrivere “il vocabolario delle Tecniche”, sani principi e poche sovrastrutture, nell’affrontare, nel frequentare la cultura del progetto ci vuole gentilezza, che rappresenta la capacità dell’”inventore “di produrre segni e semi nella coerenza di una nuova sensibilità, dove la forza del cuore può vincere la barbarie della forma.

12) Seminare impegno.

Non bastano talento e improvvisazione, il gesto creativo, ”tecnico” deve manifestare l’impegno che lo sostiene e verso cui si rivolge, senza esitazioni estetiche ma è lo spazio etico che vuole questa condizione di partenza. Perchè? non basta, è il come? che ci deve condurre verso nuove soluzioni, nel rispetto dei materiali e della materia, dei luoghi e delle culture autoctone, abbandonando l’architettura muscolare che ha trasformato le città in palestre , e gli architetti in body-builder.

13) Seminare comprensione

Non nel senso intrinseco del capire, comprendere ma nell’attivare processi di continuo approfondimento, una lettura delle cose e dei progetti più sana, che nasce da una maggiore capacità di elaborazione. Entrare nello spirito dell’azione creativa, capirne le ragioni profonde che hanno portato “l’inventore” a quella scelta, usare i principi critici per un’analisi dialettica e costruttiva, così migliora quella visione della contemporaneità che nasce sempre dal passato, dalla Storia.

14) Seminare pace

Questo non si può insegnare se non attraverso la capacità di esprimere un’etica, un esempio esistenziale necessario anche quando tracciamo segni, produciamo disegni, realizziamo sogni, è tutto l’universo dove dobbiamo e possiamo stare, in movimento e in quiete. La pace dentro di noi contamina i contesti dove la dialettica può prosperare, dove la bellezza trova la sua condizione fisica , prima di essere un desiderio cresce come bisogno. Il primo.

15) Seminare vita

Ogni forma di espressione intellettuale corrobora, alimenta , nutre la nostra vita, anche perché non possiamo dimenticare che la cultura del progetto si rivolge all’uomo e al suo ben-essere, in un circolo inter-disciplinare che lo definisce come essere senziente, e dunque ne migliora le condizioni generali e parziali dell’esistenza. Progettare è una cura, aliena ogni forma di malattia, produce lo stesso effetto di ogni (simbolica) medicina, ama il fine ultimo del suo essere nel mondo perché cerca di migliorare , costantemente, ogni nostro respiro

16) Seminare curiosità

È quella spinta continua verso l’ignoto che determina il movimento evolutivo delle specie e di tutte le “cose”, guardare con occhi disincanti produce ricchezza estetica, e non solo perchè il nuovo è nascosto dentro e dietro l’usuale, ma perché quell’”élan vital” è una parte significativa della nostra coscienza, dunque osservare con maggiore attenzione tutti gli indizi che ci portano verso nuove verità aiuta a vivere compitamente nelle “dinamiche del tempo presente”.

17) Seminare differenze

La vera ricchezza del futuro, comprendere, amplificare le anomalie, le incongruenze, ogni forma di diversità, per poter apprezzare nuove sintesi espressive nella ricchezza sorprendente dell’”altro da sé”, che spinge la dialettica verso la semantica della complessità. Noi dobbiamo essere quella differenza che tende verso un tutto inconoscibile, lontano o vicino da noi e dalle nostre certezze, basta osservare con gli occhi dell’altro per vedere noi stessi più completi e più veri.

18) Seminare tecnica

La capacità di usare mezzi e metodi non convenzionali (questa è la funzione originaria della Tecnica) sostiene i principi alla base di ogni “pro-getto”, l’abilità manuale e strumentale di evolvere verso nuove applicazioni della materia, condividendo ricerche e scoperte, ma sempre nel rispetto della volontà di migliorare il mondo che abitiamo, e che dobbiamo curare. L’estensione di queste applicazioni migliorerà lo spazio dove dovremo vivere, lavorare, giocare e magari essere felici.

19) Seminare suoni

Abbiamo sempre sottovalutato che ogni azione intellettiva produce oltre ad uno scopo, un suono particolare, è una condizione inalienabile di ogni campo elettromagnetico che produce la vita e la durata di ogni oggetto/progetto, architettura compresa. In effetti l’azione creatrice toglie al silenzio (Cage insegna) la possibilità di modificarsi nel tempo, in altro, e costruire “il rumore” in cui la nostra esistenza si esprime, nel vuoto e nel pieno, nello spazio e nel luogo, adesso e per sempre.

20) Seminare innovazione

Rendere “nuovo” ogni segno prodotto dall’uomo ha un significato antropologico legato all’insoddisfazione di quanto creato in precedenza, perchè esprime la volontà di potenza e di ricerca che ogni “creatore-inventore” vuole raccontare a  se stesso, mentre parla al mondo, mentre esprime continuamente questa necessità. Non è solo l’espressione di un cambiamento ma è la stessa natura umana che cerca questi nuovi territori: nelle arti e nelle scienze, nella sofferenza e nel piacere, in uno sforzo fisico che non lenisce le ferite di ogni nostra stasi espressiva.

 Noi siamo sempre e soltanto divenire.


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