![Malecón Cuba](https://www.listonegiordano.com/one/wp-content/uploads/2020/04/Malecón_Cuba-34-1.jpg)
Trovi sempre gente lungo il Malecón, di notte, di giorno, chi pesca, chi passeggia, chi approccia una ragazza, chi corre, chi guarda il mare; e tanti fotografi alla ricerca dello scatto della vita.
![Malecón](https://www.listonegiordano.com/one/wp-content/uploads/2020/04/Malecón_Cuba-34.jpg)
Novanta miglia e arrivi a Miami, centotrenta chilometri e sei in America, ma non per tutti la terra promessa. C’è sempre un velo di malinconia nei pensieri di chi percorre un tratto di questa strada a sei corsie, vuoi per il sogno di una vita diversa o per la sequenza di facciate in gran parte diroccate, sia per effetto della salsedine che della carenza di materiali da costruzione dovuta all’embargo.
![Malecón Cuba](https://www.listonegiordano.com/one/wp-content/uploads/2020/04/Malecón_Cuba-13.jpg)
Nonostante questa percezione, è il luogo dove si vanno a fare le foto ricordo del matrimonio, dove si porta chi si vuole corteggiare confidando nello spettacolo di una città ricca del fascino coloniale, ma anche dotata dell’orgoglio di sé stessa e di ciò che rappresenta.
![Malecón Cuba](https://www.listonegiordano.com/one/wp-content/uploads/2020/04/Malecón_Cuba.jpg)
![Malecón Cuba](https://www.listonegiordano.com/one/wp-content/uploads/2020/04/Malecón_Cuba-25.jpg)
Iniziato nel 1901 e terminato nel 1952, è un muro di difesa dalla prepotente forza del mare, a protezione della parte storica di l’Avana.
Da alcuni anni tutto il centro storico di L’Avana, e anche lungo il Malecón, gli edifici più compromessi e di minor pregio sono abbattuti per far posto a delle nuove piazze. L’obiettivo è quello del contenimento dell’inurbamento dalle campagne e dai centri minori e, soprattutto, la creazione di spazi collettivi capaci di attivare una socialità diversa rispetto agli stretti vicoli che innervano la parte vecchia della città.
![Malecón Cuba](https://www.listonegiordano.com/one/wp-content/uploads/2020/04/Malecón_Cuba-19.jpg)
![Malecón Cuba](https://www.listonegiordano.com/one/wp-content/uploads/2020/04/Malecón_Cuba-21.jpg)
Sia di giorno che di notte c’è chi pesca, magari con i bambini lasciati a giocare sul marciapiede, cercando di integrare una dieta quotidiana che oggettivamente è ridotta sia nelle quantità che nella varietà. Colpisce che incrociando questa gente, un multiforme campione di una città che ha conquistato un indubbio carisma, tutti ti sorridano e acconsentono a farsi fotografare nella consapevolezza che la loro dignità comunichi più del loro aspetto.
![Malecón Cuba](https://www.listonegiordano.com/one/wp-content/uploads/2020/04/Malecón_Cuba-10.jpg)
Le auto degli anni ‘50, i taxi ricavati dagli “apetti”, quelli più moderni di colore giallo, a volte sono costretti a stare lungo la corsia più centrale perché le onde che si infrangono sul Malecón superano i quattro metri e si infrangono con violenza invadendo le due corsie più vicine all’acqua.
![Malecón Cuba](https://www.listonegiordano.com/one/wp-content/uploads/2020/04/Malecón_Cuba-6.jpg)
Raramente gli otto chilometri della sua lunghezza vengono percorsi velocemente, chi sceglie di farlo a piedi tenendo il lato delle facciate attraversa un mondo fatto di portici, abitazioni e di ristoranti con aragoste a dieci euro, dalle insegne più varie e sorprendenti: “Labadia”, tutto attaccato, “ristorante soviEtico”, intermezzati da locali creativi destinati ai più giovani e chioschi improvvisati.
Si vede però un graduale recupero urbano fatto di nuove piazze, di facciate e interni recuperati, di un gusto che non è caraibico né sudamericano; forse è proprio il senso di quell’urlo che alla fine di ogni canzone, come un rito, viene ripetuto applaudendo a se stessi: soy Cuba!
Photo Credis Giovanni Tarpani
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