Canto degli Alberi

“A me non sembrava di avere niente di particolare da dire sugli alberi” esordisce, con sincerità, nelle prime pagine Antonio Moresco nel suo “Canto degli alberi”, Aboca Edizioni, collana Il bosco degli scrittori. Ma fortunatamente per noi che lo leggiamo questo non è vero: prigioniero e solo, causa pandemia, nella sua città natale, Mantova, può uscire con circospezione di notte, ripercorrere strade e acque della sua infanzia, e dialogare con gli unici esseri viventi che incontra: gli alberi, appunto, di solito sprofondati nel loro silenzio. “Che alberi erano quelli del Paradiso Terrestre?” domanda, “E di quale natura: vegetale e angelica? E perché se hanno visto l’enormità che stava accadendo non hanno mosso una foglia, un ramo?”.


Le sue domande trovano via via risposte attraverso incontri straordinari (il piccolo albero che spunta dal tombino, l’albero murato, l’albero giallo, l’albero capovolto) e verità sorprendenti: “Gli alberi fanno finta di non sapere ma sanno tutto” e altrettanto sorprendenti nuove domande: “Un albero è il sogno delle sue radici o del suo midollo?” e “Le foglie parlano con una voce sola o con miriadi di diverse voci che si accavallano quando il vento le attraversa facendole trasalire?”.


Canto degli Alberi, Antonio Moresco, Aboca Edizioni

Gli alberi sanno imparare: un ramo non spunta mai dal punto dove un ramo precedente è stato tagliato, al contrario degli uomini che continuano a fare gli stessi errori e gli stessi orrori. Tanta è l’invidia: “Voi avete visto Virgilio?” “Sì, lui camminava nella nostra ombra e si sedeva per terra”. Gli alberi sembrano fermi a chi ha una visione statica della velocità e non una visione dinamica dell’immobilità: non solo i rami e le foglie si agitano, ma le radici si allungano e i tronchi si inclinano, lentamente, ma viaggiano “Verso una nuova terra e un nuovo cielo”.

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L’avventura si chiude con l’incontro e il coro degli alberi musicali: “La musica non si sa dove va a finire, com’è possibile che un momento prima c’era e un istante dopo non c’è più niente? Allora bisognava che fossimo noi alberi a far durare questa invenzione facendo passare la sua effimera vita attraverso i nostri corpi vegetali e poi restituirla”. Una generosità incommensurabile.


 
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Poche settimane di epidemia hanno mostrato tutta la fragilità del sistema economico su cui si regge la vita della nostra specie. Da Antonio Moresco Canto degli alberi @AbocaIT via #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/

Gli alberi devono unire la terra al cielo e non il cielo alla terra. Da Antonio Moresco Canto degli alberi @AbocaIT via #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/

Noi alberi non ce la facciamo più a sentire gli spaventosi boati della vostra breve e folle specie. Da Antonio Moresco Canto degli alberi @AbocaIT via #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/

Le strutture economiche e politiche stanno mostrando la loro infinita sproporzione rispetto alla nostra reale condizione. Da Antonio Moresco Canto degli alberi @AbocaIT via #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/

Credi forse che mentre sta accadendo una cosa impensabile la si possa comprendere con le strutture di pensiero precedenti? Da Antonio Moresco Canto degli alberi @AbocaIT via #OneListoneGiordano https://www.listonegiordano.com/one/

 
Canto degli alberi
Antonio Moresco
Aboca Edizioni, 2020
pp. 276
Isbn 9788855230599
 
di Danilo Premoli – Office Observer  

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