foresta francese

Il bosco tra Città della Pieve e Piegaro, con i suoi 150 ettari certificati, si è affermato come modello di gestione forestale sostenibile e anche laboratorio di sperimentazione scientifica attraverso il progetto europeo TRACE, meglio conosciuto come Alberi parlanti (Tree Talkers), nato dalla collaborazione tra Il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici con PEFC Italia e il sostegno del Ministero della Transizione Ecologica.

I riflettori sulle nostre sentinelle del bosco si sono riaccesi grazie al film “Alberi” di Silvia Girardi e Gabriele Donati, premiato di recente con la Stella d’argento come miglior documentario dell’edizione 2021 del Festival del Cinema italiano di San Vito Lo Capo. “Alberi” ci invita ad uscire, fare esperienze per trovare “i propri alberi”, compagni di vita e mediatori culturali con la più grande nazione vivente: la comunità arborea. Ci aiuta a comprendere la natura delle influenze ambientali, mostrandoci l’evidente interdipendenza tra le biodiversità di fronte ad un clima che cambia.

Un progetto culturale curato dalla Fondazione Guglielmo Giordano lo trasformerà, solo per qualche giorno, in uno straordinario palcoscenico. Prenderà vita un racconto di esperienze, testimonianze e documentazioni finalizzato ad un’opera di autentica condivisione. Figure danzanti si faranno interpreti di una storia antica, come le più antiche fra le querce: corpi e musica intrecciati in armonia con i suoni della natura. Siamo in Umbria dove i secoli sono un segno presente e, a ben guardare, possono mostrare all’uomo contemporaneo una strada per un nuovo umanesimo, fatto di misura e rispetto, conoscenza e ambiente.

L’originale performance di danza contemporanea sarà messa in scena dalla compagnia “Freefall”, ispirata ad una storia del ‘500 intessuta di segreti, illustri personaggi e orgoglio femminile, è interpretata da giovani artisti umbri. L’anfiteatro naturale della foresta suggerisce, così, una riflessione più ampia sul rispetto e la sostenibilità ambientale, preparandosi ad ospitare sul territorio momenti di incontro e dibattito sui futuri modelli di coabitazione e la relazione tra umano e non-umano in uno scenario di grande fascino evocativo.

Sono questi 150 ettari di foresta i protagonisti di una riqualificazione in chiave green di un territorio “interno” del nostro paese. La cultura del legno come materia prima passa per il rispetto, per la conoscenza tecnologica e per un’attenzione al proprio futuro che, seppur con tratti fortemente innovativi, affonda le sue radici in saperi inaspettatamente lontani.

Selvicoltura e buone pratiche

Quello della famiglia Margaritelli è un progetto che prende l’avvio fin dai tardi anni Sessanta, quando Fernando decide di impiantare i primi alberi non lontano da Città della Pieve, per rinfoltire il bosco già presente. Fernando è forte della lungimiranza acquisita e dell’esperienza fatta in Borgogna all’inizio di quella stessa decade, quando l’azienda che poi sarà Listone Giordano si sposta in territorio francese per supplire alla domanda delle traverse ferroviarie. In questa regione d’oltralpe, conosciuta perlopiù per la tradizione vitivinicola, i Margaritelli entrano in contatto con l’approccio di stampo circestense che ancora ne ispira la selvicoltura: ogni albero, infatti, è censito e seguito per 150 anni e viene tagliato solo dopo che si sia assicurato l’inizio di un nuovo ciclo, attraverso la rigenerazione naturale o la messa a dimora di un nuovo esemplare[1].

Foresta dall’alto Piegaro Umbria

Con questa idea, ogni generazione di Margaritelli ha continuato a contribuire, fino a dare il via alla più grande opera di riforestazione italiana di latifoglie, con gli oltre 25.000 alberi di rovere che oggi fanno della foresta di Città della Pieve un modello unico in Italia, apprezzato per sostenibilità e gestione tanto da essere riconosciuto da standard internazionali quali PEFC e FSC.

Genialità e natura, si prospetta un futuro

È bello immaginare che sia stato ricreato il paesaggio quasi incontaminato che il Perugino, nativo proprio di Città della Pieve, doveva aver osservato e poi ritratto in quelle che sono tra le opere più alte del Rinascimento italiano[2]; al tempo stesso, però, c’è la consapevolezza di operare fattivamente per assicurare all’ambiente (e, di conseguenza, alle nuove generazioni) un futuro certo.

La riserva costituisce, infatti, anche un laboratorio a cielo aperto per scuole e istituti di ricerca, per lo sviluppo dell’educazione ambientale come di nuove tecniche di gestione forestale. Natural Genius[3] è il concetto che racchiude questo nuovo modo di coniugare genialità e natura: ne è un esempio Resonating Trees, il progetto culturale vincitore del Premio per l’Innovazione Adi Design Index e dell’European Design Award 2019, che ha visto il sound artist Federico Ortica rendere gli alberi degli straordinari strumenti musicali sfruttando le vibrazioni emesse dai tronchi, e lo studio BCPT Associati creare un sistema di mapping in grado di restituire visivamente e in maniera interattiva i suoni e le frequenze trasmesse dalle piante.

In questo modo la foresta di Città della Pieve si è trasformata in un vero e proprio teatro naturale, capace di regalare agli spettatori un’esperienza fortemente immersiva, connettendoli al vero spirito della foresta. Perché se è vero, per dirla con Andrea Margaritelli, che il legno «è tempo congelato, in cui ogni anello racconta una storia»[4], è anche vero che, anche dopo la lavorazione, il legno resta una materia viva, vibrante, capace di ricollegarci all’anima più autentica della cultura italiana.

Per Listone Giordano, questa autenticità si traduce in ricerca che, prima di essere innovazione di prodotto, è sinonimo di progettazione di tutti gli aspetti dell’attività produttiva, a partire dalla provenienza del legno fino alla precisione millimetrica con cui si incastrano le singole liste. Fortemente sentita è la responsabilità sociale verso un modo di fare impresa che non può prescindere né dalla tutela della salute – nostra e dell’ambiente che ci ospita – né da un mercato sempre più attento all’impatto ambientale. Non ci si poteva aspettare nulla di diverso dall’azienda di Miralduolo di Torgiano (Perugia), così legata al territorio umbro al punto di fondersi fisicamente con esso[5] e già da tempo impegnata nella tutela dell’aria, della terra e della salubrità delle acque, come dimostrano le prestigiose certificazioni ISO 14001** e OHSAS 18001***[6].


[1] È così che la Francia può oggi vantare ben 18 milioni di ettari di foresta (pari a oltre un quarto della superficie totale del Paese) dedicati alla produzione del legno.

[2] Delle iniziative legate alla promozione della cultura del legno di occupa la Fondazione Guglielmo Giordano, intitolata alla memoria del celebre studioso al quale si deve il brevetto Listone Giordano®.

[3] Natural Genius, oltre a essere protagonista della produzione – presente in 50 Paesi del mondo – che annovera personalità del design come Michele De Lucchi, Daniele Lago, Matteo Nunziati, Patricia Urquiola, Marc Sadler, Matteo Thun e Paola Lenti, ha visto coinvolta, in un esperimento scientifico, la foresta di Città della Pieve. Grazie al progetto TRACE del premio Nobel Riccardo Valentini (Centro Euro-mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) in collaborazione con PFEC Italia, gli alberi sono diventati parlanti, ovvero sentinelle per il monitoraggio ambientale. Cfr. Una foresta suona – Natural Genius, il backstage (video). Visualizzato in data 9/10/2020.

[4] Cfr. Genio e naturalezza, documentario di Sky Arte su Listone Giordano e l’industrial design. Visualizzato in data 9/10/2020.

[5] Lo stabilimento di Miralduolo è riconosciuto anche come MISA, un Museo Internazionale in progress di Scultura in Azienda cfr. AboutUmbria Collection Yellow.

[6] Listone Giordano impiega esclusivamente vernici a residuo secco 100%, prive di qualsiasi solvente, al pari di collanti certificati per quanto concerne le emissioni di formaldeide. Pari cura è posta nel reimpiego di tutto ciò che è riutilizzabile. Questo modello è stato presentato alla XIII Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia come esempio di architettura industriale ecocompatibile e aderente ai valori del made in Italy. Le informazioni contenute nell’articolo sono state fornite dai referenti dell’azienda: www.listonegiordano.com

In collaborazione con la Redazione di About Umbria


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