Tomaso Montanari Andrea Bigalli Arte è liberazione

Perché due autori di provenienze (apparentemente) così diverse: il primo Tomaso Montanari, che insegna Storia dell’Arte Moderna all’Università per Stranieri di Siena, il secondo Andrea Bigalli, parroco fiorentino docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana, scrivono insieme un libro sul valore dell’arte?

Lo spiega Luigi Ciotti nell’introduzione che apre il volume “Arte è liberazione” stampato dalle Edizioni Gruppo Abele: “Per farci riflettere su cosa l’arte possa dirci sul piano storico, sociale e politico. Non fermandosi all’incanto di fronte alle singole opere, ma cercando il loro altro e oltre, il loro essere specchi veritieri e a volte impietosi dei nostri limiti, dei nostri errori e anche delle nostre maschere e bugie”.

Oggi sul tema della “bellezza” si riempiono mostre, libri, progetti, convegni, ma allora perché viviamo in un mondo che ci mette davanti solo bruttezze, storture, ferite, violenze? Ma se Hegel diceva che “Bellezza e verità sono la stessa cosa” dobbiamo liberare la parola bellezza dall’abuso di cui è vittima per riportarla nella traccia della verità e leggerla non solo come meraviglia, ma anche come turbamento e risveglio sul mondo e sulle sue “belle” ingiustizie.

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Il libro è organizzato come un viaggio in Italia: Tomaso Montanari ha scelto venti opere, una per regione e scalate lungo venticinque secoli; poi i due autori le descrivono prendendo la penna prima uno poi l’altro, per aiutarci a guardarle non solo come sono, ma anche come potrebbero essere: “Liberati dalla stretta del potere – concludono nella postfazione gli autori -, dalla religione del denaro, dalla dittatura del presente, dalla mercificazione universale, dalla interiorizzazione delle disuguaglianze, da un progresso che conduce verso la morte, dalla tristezza dell’inaridimento della fantasia, dalla insostenibilità materiale e morale delle nostre vite, spesso senza passione e senza Spirito”.

E spesso soli tra troppi muri, ma: “Se un uomo o una donna soli che guardano un muro sono solo una persona che guarda un muro, due persone che guardano lo stesso muro sono già un progetto di evasione”.

Tomaso Montanari, Andrea Bigalli: Arte è liberazione

Ognuno dei titoli dei venti capitoli è accompagnato da un sottotitolo (?) che potrebbe essere a sua volta il titolo di un ulteriore volume che espande l’interesse dall’arte verso tutto quello che ci sta intorno: il mondo intero senza confini.

E così troviamo, tra gli altri “Immaginazione è futuro”, “Economia è comunione”, “Giustizia è tenerezza” (il riferimento è qui le “Sette opere di Misericordia” di Caravaggio, fantasticamente immaginata da Montanari come uno specchio a riflettere la vita nella strada di Napoli allo sparire della parete di fronte, mentre Bigalli lo annota citando Eduardo Galeano: “Quando avevamo tutte le risposte, ci hanno cambiato le domande”, ma alcune risposte non cambiano, sono al di là delle domande), e ancora “Incontro è ricchezza”, “Politica è servizio”, “Dialogo è comunità”.

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Per citare solo una regione: l’Umbria, e un’opera: l’Eremo delle Carceri sopra Assisi. Allargandone la descrizione di mirabile architettura del XI secolo, prima dei benedettini poi dei francescani, gli autori la immergono nel paesaggio, nella comunione con la natura, e da qui, inevitabilmente, nel tema della tutela del paesaggio sancita dall’articolo 9 della Costituzione Italiana, quindi tra i principi fondamentali della Repubblica. Dove paesaggio e patrimonio storico e artistico della nazione non sono due cose separabili, ma un’unica “forma dell’intero Paese”, la forma dell’Italia: fisica e culturale.

 
 
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Tomaso Montanari, Andrea Bigalli
Arte è liberazione
 
Edizioni Gruppo Abele, 2020
pp. 144, ill. col.
Isbn 9788865792353
 
di Danilo Premoli – Office Observer
 
 
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