carlo ratti

A poco più di cinquanta anni, Carlo Ratti rappresenta un’anomalia nel variegato e scomposto panorama dell’architettura italiana, al punto che è molto difficile analizzare le sue sterminate attività che lo vedono impegnato nei quattro angoli del pianeta, e da molti anni sempre in una posizione da visionario: un innovatore dal cuore sensibile.

Proviamo, dunque Ratti studia a Torino e a Parigi, ma per sviluppare gli ambiti più interessanti della ricerca architettonica, si sposta a Cambridge, per approdare negli USA all’MIT dove inventa e dirige il Senseable City Lab, un laboratorio alchemico sullo stato dell’arte delle città contemporanee, e sulla loro possibilità di costruire un futuro sostenibile.

Il linguaggio, la parola, sono importanti perché lo stesso architetto racconta che dall’Inizio della sua formazione accademica ha sempre cercato momenti di contaminazione e di sviluppo concettualmente imprevedibili, come a voler costruire nuove forme di analisi progettuale, ma soprattutto nuovi paradigmi della scienza del costruire (si spiega la sua vocazione ingegneristica).

“Le città coprono approssimativamente il 2 per cento della superficie terrestre, ma ospitano il 50 per cento della popolazione mondiale, rappresentano il 75 per cento dell’energia consumata e l’80 per cento dell’anidride carbonica emessa. Se riusciamo quindi a fare qualcosa per cambiare le nostre città, possiamo davvero avere un impatto sulla scala dell’intero pianeta.”

Carlo Ratti.

Ratti è autore di oltre 750 pubblicazioni, tra cui il recente Atlas of the Senseable City (Yale University Press) e pubblica regolarmente sui media internazionali, tra cui The New York Times, Financial Times, The Guardian, Project Syndicate, Le Monde, Süddeutsche Zeitung, Corriere della Sera, La Repubblica e El Pais.

“Credo ci siano due futuri. Uno molto prossimo che necessariamente farà in modo che non ci siano più rifiuti, un imperativo non solo per chi fa architettura ma per tutte le industrie. Altra cosa è pensare a futuro più lontano, quello in cui possiamo pensare a una architettura che cresce come a una pianta.

Capitaspring Carlo Ratti BIG

LEGGI ANCHE – CapitaSpring: sotto il cielo di Singapore il primo grattacielo biofilico

Se noi pensiamo a quella pianta è un seme che ha dentro delle istruzioni, un codice, una programmazione sofisticatissima che lo trasforma in una struttura tridimensionale che lo fa vivere, che recupera l’energia dal sole e poi lo fa tornare alla terra. Oggi l’architettura è molto lontana dal livello di sofisticazione che ha la natura. Penso che nel lungo periodo vedremo un avvicinamento del mondo naturale e artificiale”.

Carlo Ratti

Al centro di ogni percorso progettuale è sempre visibile la realtà aumentata che nasce dall’organizzazione di un team poli-disciplinare, il suo studio, i suoi studi di Torino, NYC e Londra sono atelier futuribili dove le competenze vengono miscelate da esperienze culturali diverse e lontane ma che si raggrumano in ogni risultato progettuale, la funzione è solo un’ipotesi da mettere in discussione,  costantemente.

Carlo Ratti ospite del Seed Festival

Ogni progetto è un vero e proprio manifesto dal Padiglione Francese dell´Expo di Osaka 2025, alla cantina Mutti, ovviamente il Padiglione italiano dell´Expo di Dubai 2020, al progetto MIND, sull’area del post Expo di Milano, al Digital Water Pavillion a Zaragosa, e poi i mega-progetti per Helsinki, il masterplan per l´Expo di Roma del 2030, gli interventi in Cina e a Parigi, sono alcune delle centinaia ormai di suggestioni prodotte da questo gruppo dinamico e interdisciplinare.

LEGGI ANCHE:

La nomina a direttore della Biennale di Architettura per il 2025 ci appare come il suggello della sua potente e lucida visione della progettazione ambientale, urbana e tecnologica, e sarà sicuramente un evento di grande suggestione e nutrimento intellettuale perché Ratti oltre ad esser un visionario non ha dimenticato le sue solide basi scientifiche.

Un umanista votato ai sogni, una figura rinascimentale legata alle trasformazioni estetiche, uomo perfettamente inserito nei rituali del suo e del nostro tempo che appare cosí contemporaneo da non dover giustificare, la “lightness” della sua opera, che ha solide radici nella storia dell´”high tech”, ma con un cuore gentile e consapevole, con un’attitudine a lasciarsi scivolare addosso stili e mode.

Padiglione Italia Expo Dubai 2020

Certa critica non sempre ha apprezzato il giovane architetto, anche per l’invidia che il successo professionale suscita in ogni ambito, ma forse è arrivato il momento di leggere con attenzione quello che ha scritto dopo aver guardato senza pregiudizi quello che ha realizzato, e progettato in tutto il mondo.

Sono sicuro che molti dovranno ricredersi, come hanno cominciato a fare alcuni insopportabili soloni, Ratti è una realtà della progettazione architettonica ed urbana ormai imprescindibile di questo paese e del nostro tempo, che ha ancora molto da dire e soprattutto molto da fare, per prossimi anni. Credeteci.

“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.”

Eleanor Anna Roosevelt

“Credo che avere la Terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare.”

Andy Warhol

Seguici sui nostri canali per restare sempre aggiornato:

Exit mobile version