Urban Design Michele Manigrasso

 
 
“Prendere atto dell’incertezza non vuol dire tacere tutto ciò che non può essere detto, quanto piuttosto esplorare le possibili traiettorie del futuro e chiedere a sé stessi come costruirle”. (Bernardo Secchi)  
 
Nelle pagine dell’introduzione, Michele Manigrasso, architetto, urbanista e paesaggista, mette in chiaro il tema del saggio: “I mutamenti globali in atto, ambientali, sociali, politici ed economici […] oltre a nuovi rischi, generano anche nuovi valori o modi diversi di intendere i principi che tradizionalmente ispirano l’azione dell’urbanistica e dell’architettura”.  
 
Il testo si compone di quattro parti. La prima analizza i cambiamenti climatici come minaccia per le pericolose e onerose ricadute sulle città (inondazioni, allagamenti, ondate di calore); la seconda è dedicata alla descrizione delle politiche di protezione del clima a livello globale, tra accordi internazionali, nazionali, regionali e a dimensione urbana. La terza parte presenta una serie di esperienze di urban design attraverso l’analisi di progetti di riqualificazione in aree sensibili; un’ultima parte, infine, si concentra sull’area del Mediterraneo e sull’Italia, tra consumo di suolo e dissesto idrogeologico. Il libro si chiude con alcune riflessioni sull’introduzione del fattore clima negli strumenti del governo del territorio e sui caratteri che l’urban design dovrà assumere per contribuire alla realizzazione della città “adattiva”, definita come: “una città preventiva e attiva, da pensare e costruire a immagine del mondo. Un imperativo necessario al quale affidiamo il riscatto delle nostre discipline, la vita e il futuro del pianeta”.  
 
Oggi la sfida offerta dall’incertezza climatica non è solo un problema al quale trovare soluzione, è anche un’occasione per applicarci nella direzione di una maggiore qualità delle città, tanto degli spazi pubblici che di quelli privati, dei luoghi che condividiamo, nei quali viviamo, lavoriamo o ci divertiamo. Già Vitruvio, nel “De re aedificatoria” annotava che: “Gli edifici devono essere costruiti in modo diverso in Egitto e Spagna, nel Regno del Ponto e a Roma, e bisogna disporre gli edifici secondo la diversità dei paesi e dei climi”. Ma è solo nel 1972 (!) che ha luogo la prima conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente in cui si discute anche di energie rinnovabili.  
 
Sul territorio italiano è importante rilevare come nella maggioranza dei casi l’elemento climatico sia un fattore che esaspera criticità già esistenti, dovute ad errori o lacune nella pianificazione e nella gestione del territorio e delle risorse (occupazione di aree alluvionali, sistematica impermeabilizzazione del suolo, opere di allontanamento delle acque inadeguate: fotografia di un Paese molto vulnerabile). L’88% dei Comuni italiani ha almeno un’area classificata ad alto rischio idrogeologico e secondo i dati di Italia Sicura, il nostro è tra i primi Paesi al mondo per risarcimenti e riparazioni dei danni da eventi di dissesto: dal 1945, l’Italia paga in media 3,5 miliardi all’anno e ha contato oltre 5.000 vittime, dati che non dovrebbero avere una ragione perché: “Sappiamo che 1 euro speso in prevenzione fa risparmiare fino a 100 euro in riparazione di danni” (fonte: italiasicura.governo.it).  
 
Ma sarà proprio grazie a una narrazione coinvolgente, che l’architettura e la pianificazione urbana potranno ritrovare un senso rinnovato, una “vibrazione” stimolante, una nuova missione, non per conto di Dio, ma per la “sensibile fisicità di tutti”, per usare le parole dello storico e filosofo danese Johannes Sløk.  
 
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TwittaIl clima soffia sulla storia. Da Michele Manigrasso La città adattiva @Quodlibet_ via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

TwittaIl rapporto tra artificio e natura si fa cruciale. Da Michele Manigrasso La città adattiva @Quodlibet_ via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

TwittaL’introduzione del fattore climatico permette di prefigurare una nuova idea di città. Da Michele Manigrasso La città adattiva @Quodlibet_ via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

TwittaCome si può operare per il futuro quando il futuro appare quasi impensabile? Da Michele Manigrasso La città adattiva @Quodlibet_ via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

TwittaÈ necessario un cambio di clima culturale. Da Michele Manigrasso La città adattiva @Quodlibet_ via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

 
 
Michele Manigrasso  
La città adattiva. Il grado zero dell’urban design
 
Quodlibet, 2022  
pp. 400  
ISBN 9788822913425  
 
di Danilo Premoli – Office Observer  
 
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