Rok Oman e Špela Videčnik, laureati alla Facoltà di Architettura di Lubiana e dalla Scuola di Architettura dell’Architectural Association di Londra, hanno fondato OFIS Arhitekti nel 1996. Lo studio vanta uno staff internazionale e due sedi: Lubiana e Parigi. Lo studio delle relazioni spaziali, su diverse scale e in diversi contesti, è da sempre alla base dei lavori di OFIS, e ha permesso alla maggior parte dei loro progetti di vincere diversi concorsi.

Lo studio del contesto e il rapporto che si vuole instaurare tra architettura e paesaggio è uno dei punti di partenza per lo sviluppo di un progetto. Quanto è importante per OFIS questa relazione e quanto il contesto, soprattutto nel caso di ambiti paesaggistici di particolare pregio, influisce sulla definizione di un progetto?

OFIS – L’analisi del contesto rappresenta uno degli studi principali che affrontiamo nella fase iniziale di ogni progetto. Cerchiamo di rendere unico ogni nostro lavoro e la relazione dell’edificio con il suo contesto è per noi la più naturale fonte di ispirazione. Il contesto può influire sul progetto sotto diversi aspetti: le condizioni climatiche e l’esposizione al sole possono influenzare l’orientamento dell’edificio, portare alla creazione di aperture e terrazzi e indicare la collocazione di eventuali spazi esterni. L’approccio olistico e sostenibile in relazione al tempo meteorologico è molto importante, considerando l’attuale cambiamento climatico con conseguenti temperature e condizioni meteo estreme che cambieranno il nostro futuro; a seconda di dove si possono trovare un bel panorama oppure momenti di contatto con la natura, il contesto ha un certo impatto sulla forma, sul posizionamento dei volumi e dei principali spazi in cui vivere. Questo aspetto è particolarmente importante per i progetti residenziali, sia che si tratti di complessi multifamiliari sia di ville private; il contesto storico può suggerirci alcuni elementi, come l’utilizzo di materiali, motivi e trame locali. Per esempio, le architetture che realizziamo per lo più nel territorio alpino nascono da un’analisi degli edifici popolari tradizionali seguita da una reinterpretazione in chiave moderna delle loro caratteristiche, dei volumi, di proporzioni e materiali.

OFIS Arhitekti
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Villa Bled – Slovenia – OFIS Arhitekti Photo: © Tomaz Gregoric

Sempre sul rapporto tra architettura e paesaggio, un dialogo coerente che valorizza entrambi gli elementi può essere creato per mimetizzazione o per studiata contrapposizione tra gli stessi. Alcune architetture si inseriscono armoniosamente nel paesaggio perché assumono caratteristiche simili al contesto e sono poco visibili, altre invece puntano a un’accentuazione delle differenze creando punti focali nel panorama. L’approccio di OFIS come si pone a riguardo? È più orientato verso una mimesi nel contesto o vuole catalizzare l’attenzione con architetture dal carattere forte?

OFIS – Dipende dal contesto o dal programma. In generale cerchiamo più spesso di adattare le caratteristiche architettoniche al singolo ambiente. Ad esempio, la progettazione del paesaggio attorno a Villa Bled e alla Farewell Chapel prevede che i volumi siano parte del contesto e del terreno preesistenti. Il nostro lavoro di ampliamento o recupero di edifici storici ha come scopo l’unione armoniosa di antico e nuovo ma vuole allo stesso tempo permettere al nuovo di mostrarsi con contrasti leggeri e minimalisti. Il nostro primo progetto è stato il rinnovo e ampliamento del Museo Civico di Lubiana, un imponente e splendido palazzo in stile barocco le cui mura e fondazioni sono ricche di storia. Assieme ad archeologi e conservatori abbiamo deciso quali elementi e materiali del passato dovessero essere messi a vista al fine di rivelare le sue origini romane e gotiche ma anche le sue particolarità in stile barocco e neoclassico. Al contempo però abbiamo inserito alcune caratteristiche architettoniche tipiche della contemporaneità. Abbiamo imparato molto da questo progetto, allora eravamo ancora architetti alle prime armi, ma anche oggi utilizziamo lo stesso approccio di allora e sfruttiamo le conoscenze che abbiamo appreso.

Se devo proprio pensare a qual è il materiale che preferiamo, direi senza dubbio il legno, perché è in grado di creare ambienti interni unitari, umani, piacevoli e accoglienti.

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Quali criteri guidano OFIS nella scelta dei materiali per armonizzare gli ambienti e creare determinate atmosfere? E, in generale, potreste descrivere la vostra visione del rapporto tra forme, colori, materiali?Ci sono certi tipi di materiali che OFIS preferisce e che tende a riproporre nei progetti, come un fil rouge che collega un progetto all’altro? Qual è la visione di OFIS sulla sperimentazione verso nuovi tipi di materiali o sull’adattamento di nuove tecnologie a materiali già tradizionalmente utilizzati?

OFIS – Cerchiamo di differenziare ogni progetto da quello precedente, anche sperimentando e ricercando materiali diversi. Abbiamo costruito progetti in laterizio, calcestruzzo, acciaio, vetro e legno. Abbiamo ricercato colori forti e tinte contrastanti ma anche più tenui come un semplice grigio, bianco o total-black. Ma se devo proprio pensare a qual è il materiale che preferiamo, direi senza dubbio il legno, perché è in grado di creare ambienti interni unitari, umani, piacevoli e accoglienti. Cerchiamo di sfruttare il legno il più possibile soprattutto negli edifici residenziali. Ci piace investigare e sperimentare diverse tipologie e utilizzare lo stesso legno per pavimenti, pareti, arredi e soffitti: larice, abete, teak o quercia. Ci piace mantenerli al loro stato naturale e per gli interni spesso giochiamo con legno spazzolato, cerato, oliato, leggermente sbiadito o scurito. Nel progetto di Villa Criss Cross, ad esempio, il legno crea un contrasto intimo con il calcestruzzo a vista, utilizzato anche all’interno, ma anche con la facciata in metallo che forma un involucro esterno attorno alla casa. Abbiamo utilizzato pannelli in legno di quercia per pavimenti, rivestimenti delle pareti, scale e armadiatura a muro.

Ci piace utilizzare il legno anche per gli esterni, soprattutto per progetti in zone alpine, dove vogliamo vedere come invecchia il legno senza trattamenti speciali e come si comporta se viene macchiato, bruciato o cerato. Il legno è stato persino usato per rivestire una residenza per studenti a Parigi, un progetto di taglio decisamente urbano che ci ha “sfidato” a giustapporre lo stile dell’edificio a quello della città.