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“Nell’edizione del 1928, la Fiera Campionaria di Milano riscosse un grande successo grazie al Salone dell’automobile che allineava nel teatro progettato da Luciano Baldessari la produzione di ben dieci industrie italiane”. (Anty Pansera, Storia del disegno industriale italiano)  
 
 
Luciano Baldessari (Rovereto 1896 – Milano 1982), architetto, pittore e scenografo tra i più originali del Novecento, è tra i pochi artisti italiani che negli anni Venti, giovanissimo, con una laurea in Architettura conseguita al Politecnico di Milano e dopo aver frequentato parallelamente i corsi di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera, sceglie Berlino (la leggenda vuole che sia città estratta a sorte), invece che Parigi, meta quasi inevitabile fin dall’Ottocento, per ampliare la propria visione professionale e artistica. Qui, tra il 1923 e il 1926, entra in contatto e in dialogo con la scena teatrale (e cinematografica: entro pochi anni ci sarà il passaggio dal muto al sonoro, anni quindi di grandi ricerche e sperimentazioni artistiche) collaborando con Max Reinhardt ed Erwin Piscator.  
 
Nel 1927 torna in Italia e l’anno seguente realizza il Teatro della Moda alla Fiera Internazionale di Milano e partecipa nel 1929 all’Expo di Barcellona (dove l’ammirato Ludwig Mies van der Rohe firma il celeberrimo padiglione tedesco), occasione per progettare lo stand Tessili Italiani con il potente Luminator, schlemmeriana lampada-manichino-scultura oggi rimessa in produzione dal marchio Codiceicona.  
 
L’inquieto cittadino del mondo Luciano Baldessari dal 1939 al 1948 vive a New York dove realizza il progetto per il Teatro della Moda di Elizabeth Arden (nell’immagine in alto). Rientrato a Milano firma i padiglioni Breda alla Fiera Internazionale 1951-1956.
A rendergli doveroso omaggio, oggi due mostre restituiscono un metodo progettuale organico e transdisciplinare ispirato dai grandi maestri: Gropius, Mies, Taut. La prima a Bergamo “Sinfonia di una grande città”, al Teatro Donizetti ridotto Gavazzeni, la seconda “Architetture per la scena” a Venezia, alla Fondazione Giorgio Cini in occasione della Biennale architettura. Entrambe sono allestite dallo studio Baldessari e Baldessari e curate da Anna Chiara Cimoli, storica dell’arte, docente e presidente della Fondazione Casva, il Centro di Alti Studi sulle Arti Visive del Comune di Milano che conserva e promuove, anche attraverso la Fondazione Casva, la conoscenza e l’archivio Luciano Baldessari, in parte conservato anche al Politecnico di Milano e al Mart di Rovereto: “Danza, teatro, pittura, musica, ma anche scultura e poesia, matematica e fisica convergono nelle visioni di Baldessari a dirci come per lui la cultura visiva fosse un apparato dinamico e composito, ove il metodo progettuale non scarta nulla di ciò che l’occhio ha potuto vedere nelle sue infinite traiettorie”.  
 
L’ispirazione teatrale lascia profonde tracce nelle architetture di Luciano Baldessari, che per l’industriale e mecenate Carlo De Angeli Frua progetta il palazzo per uffici proprio in piazzetta De Angeli a Milano (con la collaborazione di Figini e Pollini): “Non pare casuale – appunta Cimoli – che l’attività dell’architetto si svolga a contatto con un’azienda produttrice di tessuti, occasione di allestimenti squisitamente scenografici in cui la bidimensionalità del materiale guadagna profondità e ariosità nella concezione di ambienti suggestivi, nei quali la stoffa ritaglia lo spazio con modalità analoghe a una quinta teatrale”.  
 
Certo è che se non fosse stato per l’attenzione di alcuni critici, che gli hanno riservato un posto di spicco nella storia dell’architettura non solo italiana, Luciano Baldessari avrebbe pagato in termini di isolamento e marginalizzazione la sua tensione alla libertà vissuta con grande coerenza.  
 
 
Luciano Baldessari
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TwittaBaldessari inquadra i suoi schizzi con un tratto velocissimo come a tradurli in una prospettiva scenica. Da Anna Chiara Cimoli: Luciano Baldessari. Architetture per la scena @ElectaEditore via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

TwittaL’architettura è sostanza di tutto. Da Anna Chiara Cimoli: Luciano Baldessari. Architetture per la scena @ElectaEditore via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

TwittaIl teatro resta sempre un modo di guardare. Da Anna Chiara Cimoli: Luciano Baldessari. Architetture per la scena @ElectaEditore via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

TwittaDal teatro agli allestimenti effimeri il passo è breve. Da Anna Chiara Cimoli: Luciano Baldessari. Architetture per la scena @ElectaEditore via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

TwittaNon stupisce la vaga parentela fra il Luminator e il ballerino di Oscar Schlemmer. Da Anna Chiara Cimoli: Luciano Baldessari. Architetture per la scena @ElectaEditore via @danilopremoli #OneListoneGiordano https://one.listonegiordano.com/author/danilopremoli/

 
 
 
a cura di Anna Chiara Cimoli
Luciano Baldessari. Architetture per la scena
 
Electa, 2023  
pp. 80  
ISBN 9788892824362  
 
 
Recensione di Danilo Premoli – Office Observer  
 
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