Progetto premio IN Arch | regione Campania

Luogo: Caserta

Prodotto:

Quattrocento Italiano + Tek decking

Collezione: Atelier e Outdoor

Architetti: Paolo Basco

Anno: 2020

Parquet rovere naturale chiaro architettura

Il premio è stato assegnato all’architetto Paolo Basco per il suo intervento nella categoria riqualificazione edilizia, che ha saputo valorizzare l’utilizzo del legno in qualità di materiale da sempre legato al mondo dell’architettura e delle costruzioni.

Questa significativa ristrutturazione di uno stabile d’epoca tardo ottocentesca – nel centro storico di Caserta – è stato il risultato di un lungo cammino intrapreso a braccetto con la committenza. Il punto di partenza designava l’esigenza di realizzare un’ambientazione dallo stile e dal sapore fortemente contemporaneo, che doveva riuscire altresì a mantenere e valorizzare l’atmosfera “d’accoglienza e di calore tipica di una residenza con un’eredità storica sulle spalle” ci svela l’architetto Basco.

Intervista all’architetto Paolo Basco

La soluzione “mediatrice” di queste istanze in funambolico equilibrio tra passato e presente, è stata individuata nell’applicazione di un “timbro” improntato alla selezione di trattamenti superficiali in cui più che il materiale fosse la materia a manifestarsi.

Nell’accezione musicale del termine, Timbro è quindi riferito allo strumento che si utilizza in musica per dare suono ad una melodia, che è l’equivalente del materiale in architettura. Io preferisco Materia, termine che sostituisce la parola materiale. Non materiale, quindi, ma materia. Perché questa distinzione e qual’è la differenza. Anzitutto il timbro di questo specifico prodotto e parliamo della serie Quattrocento Italiano è ciò che ne ha permesso l’inserimento nel contesto storico perché ha tutte le caratteristiche di calore ed accoglienza tali da poter accompagnare una distribuzione contemporanea residenziale allontanandosi da scelte classiche. Veniamo ora al cuore del discorso e cioè la differenza tra materiale e materia. Secondo me la materia è eterna non risente del passare del tempo ne delle mode, ciò invece che contestualizza in un determinato momento storico un materiale sono le riduzioni che si fanno per lavorarlo e metterlo in opera. Faccio un esempio, spesso si datano gli edifici vedendo la tipologia di squadratura della pietra ciò è testimone del fatto che le tecnologie di produzione influiscono pesantemente sulla resa degli ambienti architettonici. Per questo il prodotto scelto che poi è protagonista di questo progetto, L’Atelier Quattrocento Italiano di Listone Giordano ha fornito la soluzione, perché seppur industriale mantiene tutte quelle caratteristiche per evocare ancora la materia. Il suo formato è massimo perché è il formato del tronco dell’albero e i trattamenti sono ad olio che non ne modificano l’aspetto naturale. In pratica qui si legge il legno come materia viva. Tutti quelli che hanno fatto un commento su questa casa non hanno parlato di “parquet” ne di “doghe” e nemmeno di “rivestimento” ma di Legno. La materia prevale e si manifesta in quanto materia. Oggi i processi di produzione ci portano a confrontarci con parole come “stoccaggio” “pallettizzazione” “semilavorato” e tanti altri termini che secondo me assorbono in parte il potenziale che ha la materia nelle costruzioni. Ovviamente non possiamo fare a meno di considerare le questioni ambientali ma ci sono molti modi per ottimizzare i processi pur rispettando tutte le esigenze che il green building vuole giustamente oggi.

Parquet rovere naturale chiaro architettura

Lavoro spesso sulla sovrapposizione tra produzione industriale e produzione artigianale, secondo me l’una completa l’altra. Anche questo rappresenta un aspetto di territorialità. Abbiamo preso una materia derivata da un ciclo industriale con tutte le garanzie e prestazioni che vengono da un ciclo di questo tipo e lo abbiamo dato in mano ad artigiani che lo hanno sapientemente lavorato. In questo progetto poi è stato utilizzato anche un altro approccio che non trova spesso spazio ma che per le opere che non siano pubbliche porta secondo me a risultati eccellenti e cioè quello della progettazione integrata. L’impresa a cui va veramente la mia gratitudine per aver realizzato quest’opera di non facile esecuzione è di un collega architetto e con lui abbiamo lavorato a stretto contatto e studiato insieme tutti i dettagli. Secondo me come succede in altri campi come ad esempio l’industria automobilistica per citarne una il designer ed il produttore devono far parte della stessa squadra non devono essere antagonisti ma lavorare insieme per lo scopo dell’architettura che se siamo qui a parlare non si ferma alla soddisfazione del cliente.

Le tavole di grandi dimensioni, individuate nella collezione parquet Quattrocento Italiano, disegnano un sistema di pavimentazione che narra in forma tattile l’incontro tra la naturalezza della materia legno e il design contemporaneo; il “senso di respiro” ed ampiezza di un materiale vivo i cui intarsi e le cui venature personalizzano l’habitat.

Il progetto include anche l’allestimento dei tre terrazzi con decking in legno naturale al piano e lo sky lounge in fase di ultimazione.

Parquet rovere naturale chiaro architettura

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